Cosa vi è di più naturale e spontaneo di un respiro?
È il primo atto con cui ci manifestiamo nel mondo ed anche l’ultimo con cui lasciamo andare quel che è stato. In tutte le culture antiche c’è stata grande attenzione al suo valore, al suo significato, ai simbolismi che esso rappresenta: basti pensare ai concetti di πνεύμα (pneuma) greco e (prana) indiano.
Il respiro è la prima forma di comunicazione in quanto possibilità di scambio con l’ambiente, tratto caratterizzante di tutte le forme di vita (contrazione e estensione).
La vita infatti in ogni organismo dal vegetale all’animale, ubbidisce alle leggi cosmiche di contrazione / estensione: la luce delle stelle, la linfa vitale della pianta , ed anche il nostro corpo con i ritmi cardiaci e respiratori.
Tutti gli organismi sopravvivono in funzione della loro capacità di caricarsi di ossigeno o di alimenti in genere dall’esterno all’interno. A questa carica deve corrispondere una scarica sull’ambiente: l’espirazione.
La respirazione è un atto indispensabile alla vita e va inquadrata nel più vasto ambito del ricambio energetico dei viventi: si definisce infatti respirazione ogni processo in cui si libera energia attraverso la trasformazione di materiale organico. E’ importante ricordare che l’energia si muta da una forma all’altra ed è necessario un continuo ricambio di aria per garantire l’approvvigionamento energetico.
Vediamo meglio la funzione INSPIRATORIA, poiché spesso è quella più difficile da contattare.
L’inspirazione permette di riempire in profondità parti dei polmoni che nella respirazione normale, limitata e superficiale non vengono utilizzate. È importante riempire quelle parti più contratte e meno usate del polmone, che vanno a stimolare parti del cervello poco usate. Nella fase di inspirazione profonda, i muscoli addominali si rilassano e i muscoli dorsali acquistano tonicità, raddrizzando le curve fisiologiche vertebrali. Le modificazioni impresse sulla colonna determinano delle sollecitazioni sulla dura madre e quindi sul midollo spinale, vivificandolo, e sull’asse del bacino. Si hanno ripercussioni anche sulle ossa craniche, agendo sullo sfenoide, il quale ha la capacità di mobilizzare le altre ossa agendo sulle suture che operano come ingranaggi interossei.
Per rendere l’inspirazione profonda ed estesa, è necessaria una funzione volontaria ed attiva del respiro che corrisponde simbolicamente alla volontà di aprirsi alla vita, al mondo, al sentire amplificato, in quanto più profondo è il respiro e più si espande la nostra capacità di percepire le sensazioni e le informazioni che ci arrivano dai sensi sia interiormente che esternamente. I polmoni sono l’organo di contatto con il mondo esterno più esteso di cui il nostro corpo è dotato, grazie all’enorme superficie che la rete di bronchi e alveoli va a costituire, molto maggiore di quella della pelle o dell’apparato digerente.
Ecco perché il modo in cui inspiriamo mostra la nostra capacità di accogliere la vita, nel sentirsi nel profondo degni di ricevere, di sentire con intensità e fiducia la nostra natura interiore, le nostre necessità, le nostre esigenze, i nostri impulsi, le nostre emozioni, i profumi del vivere, l’essenza di ciò che ci circonda. L’inspirazione profonda non solo ci dà concentrazione, ma anche profondità nella sensibilità, nell’ascolto, nella comprensione e nel pensiero. Una respirazione scarsa o limitata equivale a scarsa energia, favorendo l’astenia, la depressione, la stasi, la ripetitività dei pensieri, il senso di debolezza, di fragilità, di insicurezza. A questo si lega anche il fatto che più inspiriamo e più occupiamo spazio, più si raddrizza la colonna vertebrale più il nostro portamento diventa dignitoso, più diventiamo visibili e meno chiusi al mondo. Lavorare su questo aspetto è fondamentale in particolare per le persone dal torace ipoespanso e per le strutture più sensibili e introverse.
Tutte le filosofie fanno del saper respirare correttamente, il primo passo verso uno stato di salute migliore e per favorire il passaggio libero dell’aria è necessario assumere una corretta postura.
La pratica del Qigong sostiene sia una corretta postura che un buon respiro per sostenere un sano equilibrio psico-fisico.
Sappiamo che le emozioni e la respirazione sono strettamente collegate: la tristezza ad esempio ci costringe a tenere le spalle ruotate verso l’interno, la regione dello stomaco si vuota, la testa pende un po' in avanti. Tale postura limita la possibilità respiratoria e spesso si creano tensioni alle spalle e al collo. La paura, invece in particolare quella della vita e delle emozioni intense, inibisca la nostra capacità di sentire e di sentirsi e quindi, di inspirare.
Perciò è importante rimparare a respirare profondamente: per aumentare in generale le nostre capacità ricettive, la nostra sicurezza, per gestire le emozioni, stimolare parti del cervello poco usate, per correggere la nostra postura e rendere la nostra vita più piena!